Sacramenti: Riconciliazione
“Gesù, fissatolo, lo amò” (Mc10, 21)
E’ proprio questo sguardo d’amore di Gesù il motivo che rende ogni confessione un grande motivo di gioia e riconoscenza. E’ un incontro, quello con il perdono di Dio e della Chiesa, degno di essere preparato con cura.
Il sacramento della Penitenza e Riconciliazione è il sacramento che ci riconcilia con Dio e con i fratelli attraverso il perdono di Dio e della Chiesa per i nostri peccati: esso è la via ordinaria per ottenere il perdono e la remissione dei nostri peccati gravi commessi dopo il battesimo ed è allo stesso tempo cammino di grazia e di conversione, speciale incontro con l’amore di Dio.
E’ chiamato secondo vari nomi che sottolineano aspetti diversi:
- sacramento della Conversione perché ci impegna e ci sostiene nella conversione a Gesù;
- sacramento della Penitenza perché accompagna un cammino di pentimento per i propri peccati e di promessa di bene;
- sacramento della Confessione perché confessiamo i nostri peccati:
- sacramento del Perdono perché riceviamo il perdono di Dio e della Chiesa;
- sacramento della Riconciliazione perché ci dona una vita riconciliata con Dio e con i fratelli.
Cristo ha affidato particolarmente agli apostoli il ministero della riconciliazione e a coloro che a loro sono succeduti nel ministero ordinato. Il sacerdote rende presente sacramentalmente nel momento della riconciliazione il Signore come giudice e Padre misericordioso che giudica, sostiene, guarisce e dona speranza. Il sacerdote rende presente sacramentalmente anche la Chiesa che ferita dal peccato dei suoi figli desidera ritrovarli pienamente attraverso la misericordia del Signore.
Il confessore non è il padrone, ma il servitore del perdono di Dio: deve avere una conoscenza profonda del comportamento umano, il rispetto e la delicatezza nei confronti di colui che è caduto; deve amare la verità, essere fedele al magistero della Chiesa… deve pregare e fare penitenza per il penitente e affidarlo alla misericordia del Signore.
La celebrazione del sacramento inizia già quando ci si pone davanti a Dio nella verità, per scoprire le proprie debolezze e i propri peccati, e così riconciliarsi pienamente con Lui.
L’esame di coscienza è quel momento in cui guardiamo la nostra vita con lo sguardo di Dio: è uno sguardo di verità e di misericordia. Possiamo riconoscere le cose belle, come il bene che abbiamo compiuto, e ringraziarne Dio; ed insieme i peccati, cioè il male che abbiamo deliberatamente commesso, per allontanarci da esso.
Oltre al dolore per i peccati commessi e alla penitenza vissuta come segno di una vita nuova, la confessione (o “accusa”) dei peccati è uno degli atti decisivi che il penitente deve vivere all’interno della celebrazione del sacramento della Riconciliazione.
Anche da un punto di vista semplicemente umano, riconoscere esplicitamente il male commesso ci libera e facilita la nostra riconciliazione con Dio e con gli altri. In questo atto, il penitente guarda in faccia i peccati di cui si è reso colpevole; se ne assume la responsabilità e, in tal modo, si apre nuovamente a Dio e alla comunione della Chiesa al fine di rendere possibile un nuovo avvenire.
Con la “preghiera del penitente” si esprime il dolore per i propri peccati, la fiducia nell’amore di Dio e l’impegno di conversione. Il Rito della Penitenza prevede che il penitente esprima liberamente, con parole opportune ed adeguate, questi sentimenti. Tra le preghiera proposte dal Rito, la più diffusa è sicuramente “l’Atto di dolore”.
Ricevuto il Perdono di Dio attraverso il ministro della Chiesa, la tristezza del peccato si trasforma in gioia traboccante e in una profonda riconoscenza. Nella celebrazione stessa sperimento come il dono di una vita rinnovata sia motivo di festa grande, non solo per me ma per tutta la Chiesa, in cielo e sulla terra: chi mi ha aiutato a prepararmi alla confessione è presente accanto a me, per gioire insieme e innalzare un unico “grazie!” all’amore misericordioso del Padre.
Genitori e figli – Festa PERDONO