Meletole

Chiesa di San Martino Vescovo

Si trova menzione della località fin dall’anno 835 nella donazione fatta dalla Regina Cunegonda al Monastero di S. Alessandro. Una “plebs e curtis di Melitulo” è riportata in una carta del 980 mentre la villa compare nel 996. La corte ed il castelo di Meletole appartenevano ai Vescovi di Parma seguendo quindi le sorti di Castelnovo Sotto. Il Comune di Meletole è nominato in una convenzione fatta nel 1295. La cappella di Metetole citata nella Bolla di Innocenzo II dell’anno 1141; nel 1330 figura nel territorio del la Pieve di Poviglio ma dipendendo direttamente dai Canonici di Parma. Sottoposta al vicariato di Pieve Saliceto e quindi di Castelnovo passò con questo nel 1828 alla Diocesi di Reggio.
Una prima chiesa di Meletole viene citata già nel sec. XII. Era situata più ad est dell’attuale, in località Campo della Croce, al confine con la parrocchia di Santa Vittoria. Cessa di essere parrocchiale nel sec. XVI. La costruzione della chiesa di Meletole avviene a partire dal 1701 su una precedente chiesa cinquecentesca di cui viene conservata la torre campanaria. Il coro viene allungato verso est. La navata viene allungata verso ovest e allargata con l’aggiunta di nuove cappelle. Il capomastro fu Domenico Ferretti. La sua configurazione planimetrica è a pianta basilicale. L’unica navata è suddivisa in cinque campate di diversa ampiezza. Sulle due maggiori si aprono quattro cappelle con altari, comunicanti tra loro soltanto sul lato destro; sulle minori prospettano piccole cappelle delle quali la prima a sinistra dell’ingresso ospita il Fonte Battesimale. L’altare maggiore in marmo è stato eseguito dalla nota scultrice correggese Carmela Adani nel 1952. Al centro della curva absidale è collocato il dipinto raffigurante San Martino Vescovo e Santo Stefano forse opera di Angelo Alberici (inizio XIX secolo). La sagrestia con volta ribassata è sul lato sud del presbiterio. A nord, in aderenza alla chiesa, è posto il campanile di antica costruzione. La struttura architettonica dell’interno è scandita da paraste con capitelli ispirati all’ordine composito e un cornicione piuttosto aggettante che percorre tutta la chiesa. L’insieme è valorizzato dal ricco apparato decorativo a forti tinte che ricopre le pareti, le membrature architettoniche, la cantoria e le volte. Risale al 1906 e l’esecuzione si deve al pittore Otello Giovanoli di Carpi. Allo stesso anno risale la consacrazione solenne della chiesa effettuata dal vescovo Arturo Marchi. La facciata, rivolta a ponente, è stata compiuta nel 1914 su disegno di Otello Cocconi di Campegine. La parte centrale è slanciata, riquadrata da lesene angolari composite binate scanellate poste su alti basamenti recanti lo stemma di Papa Benedetto XV e del Vescovo di Reggio Eduardo Brettoni. Il portale di ingresso, sottolineato da colonne trabeate, è sormontato da un bassorilievo raffigurante il santo titolare, risalente probabilmente agli anni ’80 del secolo scorso. Un frontespizio triangolare conclude superiormente la facciata. Elementi a voluta con acroteri e vasi in vertice la raccordano con le ali laterali assai ridotte.