Social e “company”: a che età?
L’ultimo fatto di cronaca rilancia la responsabilità che come adulti abbiamo quando affidiamo un cellulare o un altro strumento “social” ai nostri ragazzi, così come l’uso che ne facciamo se educativo o “manipolato” e lo dico non solo nel senso di portare a gesti estremi, ma anche in ottima di usare i giovani per i nostri interessi ad esempio economici.
Mi è venuto da buttare giù una riflessione che trovate qua sotto, non è tanto per i ragazzi ma per chi ha un ruolo educativo; da un punto di vista poi di cristiani e cittadini attivi si presterebbe anche ad azioni concrete, riguardo la proposta di un aggiornamento normativo al regolamento europeo, incontri da promuovere per adulti e ragazzi all’interno dei diversi percorsi educativi (scuola, parrocchia, sport…) e altro a cui ciascuno è invitato a pensarci su e nella propria responsabilità di adulto farsene portatore. don Paolo