Vedere e non vedere non è solo una questione di cecità
Come mai affiancare al vangelo di questa domenica il lavoro di Carlos Cazalis? Perché in questa serie viene evidenziato il contrasto tra il vedere e il non vedere. Non è certamente una questione di cecità, piuttosto di mimetismo e carenza di osservazione. Tutto questo utilizzando un mezzo che fa dell’occhio lo strumento primo per la realizzazione e per la fruizione ovvero la fotografia.
La serie “sleepers” (i dormienti) è stata realizzata a san Paolo in Brasile. Il titolo è ovviamente ironico, queste persone ritratte non stanno dormendo volontariamente all’aperto, ma sono costrette dalla loro condizione di senza fissa dimora a trovare un posto dove ripararsi nella notte.
Scrivevo che in queste immagini ci sono delle persone, ma in nessuna delle fotografie si vede il loro corpo, ne intuiamo la presenza dal volume che si trova al di sotto delle coperte, ma questi uomini e queste donne non hanno un volto.
«Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: «Noi vediamo», il vostro peccato rimane» dice Gesù nel vangelo di oggi. Quante di queste persone incrociamo ogni giorno andando in città e subito ne distogliamo lo sguardo perché un senso di colpa ci afferra. Preferiamo restare ciechi pur vedendo, li rendiamo invisibili, mimetici.
Essere ciechi è non aprire gli occhi, non riconoscere la luce di Gesù Cristo e non saperla riconoscere nel nostro quotidiano. Sono quelle azioni che noi non facciamo.